150 Anni di Unita’: la Benedizione all’Italia Tutta

Fotogallery Apertura Ufficiale 150 Unita’ d’Italia – Clicca Qui. Si ringrazia per le immagini Fabio Pignata

Era  stata annunciata quale “segno tangibile dell’amore della Chiesa italiana per l’unità dell’intero Paese” e così è stato. La Santa Messa celebrata nella Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri di RomaChiesa di Stato, in occasione della Celebrazione Ufficiale del 150° anniversario dell’Italia unita, ha rappresentato la benedizione della Chiesa, per il tramite di S.E. Angelo Bagnasco, con l’accoglienza del Rettore mons. Renzo Giuliano, all’Italia tutta. Parole ascoltate attentamente che non si dimenticheranno, precedute solo cronologicamente dalla lettera che il Papa ha rivolto al Capo dello Stato, che non sono state solo un’omelia ma ricordo, rigoroso ed affettuoso monito, attenzione, cura per tutti i cuori e la nostra amata patria. “Non retorica ma preziosa eredità” è stato titolato dai giornali. “Non è retorica – ha detto S.E. il Cardinale Angelo Bagnasco Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI - né tantomeno nostalgia quella che ci muove, ma la consapevolezza che la Patria che ci ha generato è una preziosa eredità e insieme una esigente responsabilità”. L’Eucaristia e la Bellezza, custodita nella Basilica di S. Maria degli Angeli di Roma, “uno degli innumerevoli scrigni di Bellezza del nostro Paese” – ha dichiarato Bagnasco – ci invita ad oltrepassare le contingenze del momento presente e ad allargare lo sguardo a quella singolare ‘Provvidenza’ che ha condotto gli italiani a diventare sempre più consapevoli dell’Italia. Ben prima dell’Italia in senso stretto, infatti, è esistita una sotterranea tensione morale e spirituale in cui si sono forgiate la lingua e progressivamente la sensibilità e la cultura e che ha condotto, per vie non sempre rettilinee, a dar vita all’Italia. Di essa tutti ci sentiamo oggi orgogliosamente figli perché a lei tutti dobbiamo gran parte della nostra identità umana e religiosa”.

Già il Pontefice ha sottolineato, nel messaggio al Capo dello Stato Italiano Giorgio Napolitano, come alla Carta Costituzionale è stato dato un forte apporto dai cattolici in virtù della formazione dello Stato unitario, ove il testo costituzionale fu il positivo frutto di un incontro e di una collaborazione tra diverse tradizioni di pensiero.
Un dialogo, un confronto, un cammino congiunto tra tanti “volti”, espressione usata dal Cardinale Bagnasco per sottolineare la diversificazione, l’unità dell’identità italiana.
“L’unificazione, come ha scritto il Santo Padre Benedetto XVI, al Presidente della Repubblica, ha detto Bagnasco ‘è il naturale sbocco di una identità nazionale forte e radicata, sussistente da tempo’. E’ questa la vera forza della società e dello Stato, il tesoro più grande da custodire con amore e da trasmettere alle giovani generazioni. Si è parlato di volto: senza volto infatti non ci si incontra, non si riesce a conoscersi, a stimarsi, a correggersi, a camminare insieme, a lavorare per gli stessi obiettivi, ad essere ‘popolo’. Tale volto rivela l’identità plurale e variegata della nostra Patria, in cui convivono peculiarità e tradizioni che si sviluppano in modo armonico e solidale, secondo quello che don Luigi Sturzo chiamava il ‘sano agonismo della libertà’. E potremmo aggiungere della operosità”.
Il centro del discorso del Cardinale Bagnasco sono stati difatti proprio: il lavoro e l’Italia anche diversa ma unita, nella relazione ed identità, in modo indissolubile, da preservare, nella operosità”.
E come non condividere a pieno questo pensiero, espresso ed elevato all’Italia peraltro in un luogo come la Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, che ha vissuto con particolare intensità nella laboriosità e nella dinamicità i momenti storici della città di Roma e del nostro Paese nell’ultimo decennio, poco prima, poco dopo, non certo stando a guardare ma cercando di dare delle risposte concrete, per il tramite della Bellezza, anche nell’economia e nel lavoro?

Ogni azione e gesto sono stati compiuti da associazioni che in Basilica operano, le cui esperienze sono confluite oggi in una Fondazione, la Fondazione Paolo di Tarso, avente la stessa Basilica, persona giuridica, come socio fondatore su autorizzazione del Vicariato di Roma, nel minuzioso rispetto della storia, grande, tra Chiesa e Stato che S. Maria degli Angeli in Roma, proprio la Chiesa di Stato rappresenta insieme adesso alla Fondazione Paolo di Tarso, in cui operano per lo più giovani professionisti ed esperti, custode laica dei valori inestimabili di cui l’ente no profit è testimone. Si veda www.paoloditarso.it e il gruppo, etico, editoriale di rete www.comunicareitalia.it di proprietà della ‘Paolo di Tarso’ e la piattaforma di bandiera del Turismo Italiano Italia Excelsa.com, www.italiaexcelsa.com, affinchè i fondi per il turismo restino in Italia e ne traggano beneficio le aziende italiane e l’economia italiana, perché la nostra Nazione sia rappresentata, ambita e fruita come merita, nella sua “Bellezza” ed interezza.
“La religione, in genere e in Italia, le comunità cristiane in particolare – ha ancora detto S.E. il Cardinale Bagnasco – sono state e sono lievito accanto alla gente: sono prossimità di condivisione e di speranza evangelica, sorgente generatrice del senso della vita, memoria permanente di valori morali. I 100.000 campanili della nostra Italia, ispirano un sentire comune diffuso che identifica senza escludere, che fa riconoscere, avvicina, sollecita il senso di cordiale appartenenza e di generosa partecipazione alla comunità cristiana, alla vita del borgo e del paese, delle città e delle regioni, dello Stato. Come non esprimere, poi, affetto ed ammirazione per Roma, capitale d’Italia, memoria vivente della nostra storia plurimillenaria e provvidenziale sede del Successore di Pietro, centro della Cattolicità! Significative al riguardo le parole del card. Giovanni Battista Montini all’indomani del I centenario dell’Unità: ’Il nome di Roma appare nelle intenzioni divine’ (Campidoglio, 10 ottobre 1962)”. Efficacissima poi la conclusione dell’omelia del Cardinale Bagnasco, consultabile per intero su www.avvenire.it,  sulla definizione di ‘relazione’ in riferimento al Vangelo del giorno ed alla identità italiana.

“Il Vangelo di oggi – conclude Bagnasco – evidenzia una delle grandi regole di ogni comunità, la legge della relazione. La nostra vera identità infatti sta nel legame. La beatitudine della vita si pesa nel dare e nel ricevere amore. A partire da dove? A partire dalla regola evangelica che gli esegeti chiamano la regola d’oro: ‘Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi, questo anche voi fate a loro’. Prodigiosa semplificazione della legge etica. Tutta la legge la imparerò a partire da ciò che desidero per me: fate agli altri quello che desiderate per voi. ‘Come agire allora? A partire da me, ma non per me’ (Martin Buber, Il cammino dell’uomo). Nessuno è l’obiettivo di se stesso! Solo uscendo dalla trappola mortale di un individualismo che ha mostrato chiaramente le sue falle e i suoi inganni, sarà possibile ritrovare un bene più ampio e a misura umana, che tutti desideriamo. L’uomo non è una monade gettata per caso nel caos, un caos  abitato da innumerevoli altre che vagano come scintille nella notte, ma è relazione, come Dio-Creatore è relazione di persone nell’intimità del suo essere. Da questa origine deriva nell’uomo un indirizzo di marcia che, prima di essere un imperativo morale, è un’esigenza ontologica, scritta cioè nelle fibre del suo essere uomo. Seguire questa direzione profonda significa per la persona raggiungere se stessa, compiersi, creare una società ricca di relazioni positive. Viceversa,  allontanarsi vuol dire negarsi a se stessa, e perdersi in una libertà innamorata di sé: l’individuo è destinato a trovarsi solo con se stesso, e la società che ne consegue sarà tendenzialmente frammentata e insicura, diventerà progressivamente paurosa e aggressiva, ripiegata e autoreferenziale. Il prendersi in carico gli uni gli altri, nella quotidianità dei giorni e degli anni, sarà visto come un insopportabile attentato alla libertà individuale e alla felicità, o come un peso insostenibile per la collettività”.

Segue la benedizione a tutta l’Italia: “Da questo altare, da dove eleviamo un’intesa preghiera per il nostro Pese, la Chiesa rinnova il suo amore per l’Italia e la gioia di servire il popolo italiano secondo il Vangelo. Come Pastori, al nostro Paese auguriamo di far proprie le parole del salmo: ‘Rendo grazie al tuo nome, Signore, per la tua fedeltà e la tua misericordia. Nel giorno in cui t’ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza”.Parole che si sono fatte forti ed emblema, in una giornata tutta dedicata all’Italia, del Cristianesimo così come lo aveva citato il Pontefice nella sua missiva al Capo dello Stato, consultabile per intero su www.vatican.va, che “ha contribuito – ha dichiarato Benedetto XVI - in maniera fondamentale alla costruzione dell’identità italiana attraverso l’opera della Chiesa, fissando modelli di comportamento, configurazioni istituzionali, rapporti sociali”, raccontati nelle espressioni artistiche e ricordati nei valori cristiani dell’Italia e dell’Italia in Europa.
“E se fossimo rimasti divisi in otto stati come eravamo nel 1860 saremmo stati spazzati via dalla storia”, questo uno degli appelli del Presidente della Repubblica Italiana in prima fila con le più alte cariche dello Stato nella Santa Messa officiata dal Cardinale Bagnasco, nella giornata e nell’anno, che peraltro coincide anche con il 450° anniversario della fondazione della Basilica S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, in cui tutti insieme per le strade vediamo sventolare bandiere verdi bianche rosse, da finestre di castelli così come di piccole case.

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