L’Europa si è impegnata a ridurre l’uso dei pesticidi. Ma cosa ha fatto finora?

Nonostante l’Unione Europea abbia da poco pubblicato le nuove strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità”, corredate da una serie di ambiziosi obiettivi per la progressiva riduzione dei pesticidi, una reale prospettiva di cambiamento, finora, rimane vaga. Perché nei fatti l’Ue non è stata in grado di rispettare gli impegni presi in termini di utilizzo dei pesticidi.

slow food agricolturaUn recente rapporto della Corte dei conti europea sostiene che l’Unione ha fatto troppo poco per arrestare il declino di api selvatiche e altri impollinatori, mentre giuristi ambientali denunciano la discordanza tra gli impegni presi in materia ambientale – che hanno comunque un valore legale –e la Politica Agricola Comune.

Scarse prestazioni nella promozione dell’uso sostenibile dei pesticidi

Nell’ambito del programma “Una migliore normativa”, nell’agenda della Commissione europea al momento sono in fase di revisione tre delle principali politiche in materia di pesticidi. Due di queste, ovvero l’approvazione e l’autorizzazione di pesticidi e la definizione del livello massimo di residui di pesticidi legalmente tollerato negli alimenti, lo sono dal 2016. Di recente, la Commissione ha proposto la terza revisione, ovvero quella alla Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi (Sud) nel contesto della strategia “Farm to Fork”. Su quest’ultima, la Commissione ha aperto una consultazione pubblica sulla road map. Finora, dagli studi della Commissione risulta che la maggioranza degli Stati membri non è riuscita a promuovere un (ma esiste un uso sostenibile dei pesticidi?, ndr) e non soddisfa i requisiti stabiliti dalla Direttiva. In particolare si evidenzia la debole attuazione della gestione integrata dei parassiti.

In risposta alla consultazione pubblica, Slow Food esorta la Commissione a procedere alla revisione della Direttiva senza ulteriori indugi, senza affrontare una nuova e non necessaria valutazione d’impatto: le ragioni della debolezza della Direttiva sono già chiare. Desta parecchia preoccupazione invece l’invito della Commissione di concentrarsi sulle nuove scoperte e «sulla più ampia applicazione di tecniche agricole innovative e di precisione» che possono contribuire a ridurre l’uso e il rischio dei pesticidi chimici. Invece che focalizzare l’attenzione sulla ricerca di nuove tecnologie, Slow Food vorrebbe vedere più ricerca sullo sviluppo e l’incremento di tecniche agroecologiche.

Dubbi circa l’impegno della Commissione.

Numerosi gruppi di studiosi e scienziati, della società civile e diversi organismi dell’Ue stanno esprimendo preoccupazione per lo scarso impegno dedicato dalla Commissione verso il rafforzamento della biodiversità e la protezione degli impollinatori: è chiaro che la priorità rimane l’agricoltura intensiva.

henry-be-JR8XZ-gdZrA-unsplash-1536x1043-1Una preoccupazione confermata dalla Corte dei conti europea, che all’inizio di luglio, ha dichiarato che «le misure dell’Ue non hanno garantito la protezione degli impollinatori selvatici», definendo la Politica agricola comune (Pac) come uno dei principali fattori del loro calo numerico. Inoltre, i Revisori dei conti definiscono le politiche sui pesticidi troppo deboli per proteggerli in modo efficace. In questo contesto, prende forza quanto denunciato da ClientEarth, quando sottolinea come la nuova proposta di riforma della Pac non sia in linea con gli impegni del Green Deal. Con l’attuale mancanza di obiettivi vincolanti, secondo ClientEarth, l’attuale proposta di riforma della Pac «potrebbe neutralizzare il potenziale» delle strategie Farm to Fork e Biodiversità ed è, quindi «destinata a minare l’European Green Deal nel suo complesso».

Le strategie Farm to Fork e Biodiversità non hanno un potere vincolante. I loro obiettivi e traguardi dovranno essere raggiunti attraverso varie misure legislative, come la Pac e altre riforme. Quindi, se la Pac si conferma non in linea con quanto previsto dall’European Green Deal, è altamente improbabile che gli obiettivi di riduzione dei pesticidi del 50% entro il 2030 saranno raggiunti.

Il significativo declino delle api e degli impollinatori in Europa e nel mondo, insieme al più ampio collasso della biodiversità, continua a destare forte preoccupazione nella comunità scientifica e nell’opinione pubblica. Un ampio gruppo di scienziati ha denunciato che l’attuale Pac è tra i principali fattori che hanno portato all’emergenza climatica e alla perdita di biodiversità. Non solo, l’uso estensivo di pesticidi sintetici in agricoltura ha giocato un ruolo significativo nella perdita di api e di altri impollinatori.

Iniziativa dei cittadini europei “Salviamo le api e gli agricoltori”

Dopo aver a lungo atteso azioni concrete da parte della Commissione per migliorare lo stato di protezione delle api e di tutti gli impollinatori, per sostenere gli agricoltori nel processo di emancipazione dall’industria agrochimica, nel 2019 Pan Europe ha lanciato l’iniziativa Salviamo le api e gli agricoltori!, sostenuta anche da Slow Food.

L’iniziativa mira a raccogliere 1 milione di firme in tutta l’Ue per chiedere alla Commissione di emanare atti legali per eliminare gradualmente i pesticidi sintetici nei prossimi 15 anni, ripristinare la biodiversità sui terreni agricoli e sostenere gli agricoltori verso la transizione ecologica dell’agricoltura.

Sostieni l’iniziativa dei cittadini europei “Salviamo le api e gli agricoltori!” firmando qui

Tutto quello che c’è da sapere sulla Strategia per la Biodiversità, qui
Tutto quello che c’è da sapere sulla strategia “Farm to Fork” qui
Tutto quello che c’è da sapere sulla Pac qui

Fonte Slow Food

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