Crisi: la soluzione in 4 mosse

L’attuale impianto di contrasto alla crisi dell’euro non sembra funzionare più. La ricerca di alternative è febbrile, ed il presidente di uno dei più autorevoli centri studi economici tedeschi propone quattro punti per salvare la moneta unica europea.

EUROFALLIMENTO – Al momento né il Fiscal Compact, né il sistema banco sovrano stimolato per ridurre il costo del debito pubblico dei paesi in eurocrisi sembra funzionare. Ecco perché bisogna provare a cambiare l’impianto della politica economica per contrastare una crisi che rischia davvero di minacciare l’esistenza della moneta unica. Dennis Snower, presidente dell’IFW, uno dei più importanti centri studi economici europei, propone quattro punti per risollevare le sorti della valuta europea, rimarcando tutti i difetti delle misure finora messe in campo. Il Fiscal Compact ha imposto una lotta al deficit troppo, un consolidamento fiscale così rigido che ha affossato le economie e creato debiti invece che diminuirli. Al contempo la richiesta di ricapitalizzazione delle banche, che devono aumentare il loro capitale sociale, provoca una restrizione del credito che aggrava la congiuntura economica negativa. L’attuale politica della Bce di bassi tassi di interesse è troppo rischiosa, perché potrebbe generare facilmente bolle speculative alla fine pericolose per l’economia. Infine, nota Dennis Snower, i fondi salva euro Efsf ed Esm non hanno la dotazione finanziaria per affrontare un’eventuale crisi di Spagna e Italia.

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NO EUROBOND, NO INFLAZIONE – Il presidente dell’Ifw si schiera contro la prospettiva di ridurre il debito dei paesi in crisi tramite politiche inflazionistiche, che permettono di ridurre il costo reale dell’indebitamento, e tuona contro gli eurobond. Il parere di Dennis Snower è infatti ospitato da Frankfurter Allgemeine Zeitung, il più importante quotidiano conservatore della Germania, tradizionale sostenitore della Cdu di Angela Merkel. Secondo Snower gli eurobond provocherebbero una sbagliata allocazione del premio di rischio, perché i tassi di interesse che un paese paga non sarebbero più in relazione rispetto alla sua solvibilità. Anche la prospettiva di far stabilizzare i mercati attraverso una politica di bassi tassi di interesse, che potrebbe provocare una spinta inflazionista- in realtà assente visto l’andamento degli aggregati monetari all’interno dell’euroarea – viene respinta dall’economista, che propone invece quattro punti alternativi per rendere sostenibile e duratura la soluzione dell’eurocrisi.

CAMBIARE IL FISCAL COMPACT – Il primo cambiamento da approntare alla politica europea è una ridefinizione del Fiscal Compact, che deve essere meno rigido e lasciare più spazio ai singoli paesi. Per Snower è fondamentale allentare il processo di consolidamento fiscale imposto dal nuovo Trattato, che ha generato un circolo vizioso di tagli e nuove imposte che hanno aggravato la recessione ed aumentato l’indebitamento. Per Snower sarebbe opportuno inserire nella Costituzione dei paesi europei non il pareggio di bilancio, ma un tetto massimo di indebitamento, posto al 60% del Pil. Inoltre, dovrebbe essere fissata una direttiva che impone politiche espansive durante una recessione, ma anche politiche restrittive durante fasi favorevoli di congiuntura. Allo stresso tempo secondo il presidente di Ifw è necessario imporre criteri di solvibilità dei paesi membri della Ue, così da spegnere il cosiddetto rischio di contagio. In caso un paese Ue non fosse più solvibile, la Bce non dovrebbe più intervenire per salvarlo, ma bisognerebbe introdurre un procedimento per gestire questa fase di default.

NUOVE REGOLE BANCARIE – Altri due punti riguardano gli investimenti comunitari e nuove regole del sistema finanziario europeo. Per Snower sarebbe importane un accresciuto utilizzo dei fondi di investimento europei, da stimolare attraverso una maggiora dotazione finanziaria della Bei, la Banca per gli investimenti, un punto tra l’altro ormai condiviso tra tutti gli attori della Ue. Meno condivisa ma sicuramente più interessante viste le sue profonde ricadute sul sistema finanziario continentale sarebbe una revisione del principio del “Too big to fail”. Come si nota ora nel caso di Bankia, quando una banca è troppo grossa il suo fallimento deve essere evitato per non generare un crack economico ancora peggiore. Il moral hazard di questi attori finanziari è troppo elevato, perché sanno che in ogni caso saranno salvati dai poteri pubblici. Snower propone allora di trasformare il capitale finanziario in capitale sociale, nel momento in cui questo dovesse scendere sotto una soglia minima a causa dell’eccesso di indebitamento. Una simile misura stimolerebbe maggior controllo da parte degli azionisti, e impedirebbe la crescita a dismisura di nuovi debiti, pena la revisione del controllo dell’impresa. a cura de il giornalettismo

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