Stili di vita e Salute

Il Rapporto Osservasalute analizza, come ogni anno dal 2003, lo stato di salute della popolazione italia­na e la qualità dei servizi erogati nei Sistemi Sanitari Regionali.

Lo stato di salute risulta complessivamente buono, ma aumentano sempre più, nella maggior parte delle dimensioni esplorate, le differenze tra macroaree geografiche, tra singole regioni e tra uomini e donne, sia nello stato di salute che nell’organizzazione e gestione delle attività socio-sanitarie

Popolazione. La popolazione residente continua ad aumentare, anche rispetto al biennio 2007-2008, per effetto della componente migratoria e della fecondità in lieve ripresa, soprattutto nelle regioni del Centro-Nord,per l’apporto delle donne straniere, ma anche delle italiane di età più avanzata.

Il saldo naturale medio del biennio 2008-2009 si è mantenuto costante rispetto al periodo precedente(2007-2008), mentre il saldo migratorio si è attestato su un valore medio nazionale del +6,8‰, grazie, soprattut­to, alla capacità attrattiva delle regioni del Centro-Nord. Si continua a registrare un movimento migratorio inter-no al Paese, specie in uscita dalle regioni meridionali (ad esclusione di Abruzzo e Sardegna), verso quelle centro­settentrionali (specie Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Toscana e Umbria).

La quota degli anziani continua a crescere, sia degli ultra 65enni che degli ultra 75enni. È aumentata la quota di over 65 anni che vive in un nucleo monocomponente (si stima che il 27,8% degli anziani nel 2008 vives­se in questa condizione, con una definita prevalenza femminile, specie se si considerano gli over 75 anni).

Fattori di rischio, stili di vita. Fumo: nel Centro-Sud il fumo di sigaretta è più diffuso che nel Nord. Rispetto ai dati del 2007, si evidenzia un aumento dei fumatori soprattutto in Calabria (che passano dal 17,0% al 20,6%) ed in Puglia (dal 20,8% al 22,5%) ed una diminuzione in Liguria (dal 23,2% al 20,2%). La prevalenza dipersone che ha smesso di fumare è passata dal 20,2% nel 2001 al 22,2% nel 2008.

Alcol: l’analisi conferma, ormai da anni, la consolidata tendenza di una significativa quota della popola­zione ad indulgere su un’assunzione non moderata di alcol; in particolare, ciò riguarda la popolazione maschile con picchi tra gli ultra 65enni e, tra i giovanissimi, soprattutto le ragazze. I consumatori a rischio coprono, inve­ce, il 18% della popolazione maschile e l’11,4% di quella femminile di età >11 anni.

Nutrizione: nel 2008, la percentuale di coloro che hanno consumato almeno “5 o più porzioni al giorno di verdura, ortaggi e frutta”, è ancora bassa (5,7%), ma in compenso in incremento lieve e costante dal 2005. Un ulteriore aspetto positivo è che il livello dell’indicatore è correlato positivamente al consumo di verdure ed ortag­gi (fonti di fibre) più che al consumo di frutta (fonte di zuccheri semplici). L’evoluzione dei consumi alimentari, nel contesto e nella dinamica economica attuali, ha confermato la mensa come luogo più associato al consumo di verdura, ortaggi e frutta.

Ogni anno, nel nostro Paese, circa 50.000 decessi vengono attribuiti all’obesità, i cui tassi si mostrano in preoccupante aumento soprattutto tra bambini ed adolescenti. In Italia, più di ⅓ della popolazione adulta (35,5%)è in sovrappeso, mentre circa 1 persona su 10 è obesa; in totale, il 45,4% della popolazione oltre i 18 anni è in eccesso ponderale. Confrontando i dati del 2008 con quelli dell’anno precedente, si osserva la tendenza all’au­mento delle persone in sovrappeso nella maggior parte delle regioni, senza differenze geografiche; lievi, ma non significative, diminuzioni si riscontrano in Campania e Sicilia.

Sport: la pratica sportiva ha interessato ancora solo meno di ⅓ della popolazione, mentre 4 italiani su 10hanno dichiarato abitudini sedentarie. Il fenomeno è, tuttavia, in linea con i dati epidemiologici dei Paesi svilup­pati, mentre l’analisi territoriale conferma come la sedentarietà aumenti man mano che si scende da Nord verso Sud, specialmente in Campania (53,9%), Calabria (54,6%) e Sicilia (61,8%). I livelli di attività fisica stanno dimi­nuendo in tutto il mondo soprattutto tra i giovani: avviene anche in Italia, dove solo 1 bambino su 10 fa attività fisica in modo adeguato per la sua età ed 1 bambino su 2 guarda la televisione o gioca con i videogiochi per più di 3 ore al giorno. La popolazione giovane-adulta femminile (con un’aspettativa media di vita più lunga, ma anche un maggior rischio per malattie croniche nell’età adulta ed anziana), è decisamente meno “attiva” rispetto a quel­la maschile.

Fonte:  Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane

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