L’Italia all’Europa: “Più aiuti a chi compie le riforme”

Nel documento del governo: «La visione economica dell’Ue deve cambiare». Giovedì i leader decideranno il presidente della Commissione europea

Renzi-Van-Rompuy

Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il premier Matteo Renzi

L’Italia esige «un nuovo inizio» anche in Europa, perché «la visione economica dell’Ue deve cambiare». Il momento è quello buono, argomenta il governo Renzi. Si è votato e adesso si devono rinnovare i vertici delle istituzioni europee, dunque si può avviare un ciclo differente.

L’obiettivo deve essere «ripristinare la crescita, creare lavoro e promuovere la coesione», mentre «le riforme strutturali devono essere sostenute». Anzi, «incoraggiate». Bruxelles, è l’appello centrale che arriva da Roma, «deve spalleggiare le agende riformiste e rafforzare gli incentivi a loro sostegno».

E’ il momento della prova d’orchestra in vista del concerto di metà settimana. Giovedì (a Ypres, città martire della Grande Guerra) e venerdì (a Bruxelles) i capi di stato e di governo Ue devono darsi una strategia e una serie di nomi per condurla in porto. «Con ciò sia cosa che li nomi seguitino le nominate cose», scrive il governo italiano in apertura nel documento di proposte messo a punto fra la presidenza del Consiglio di Matteo Renzi e il ministero degli Affari europei di Sandro Gozi. E’ una citazione di Dante che viene dalla «Vita Nuova». Apre sei pagine di contributo per le linee guida da affidare al nuovo presidente della Commissione, con ogni probabilità il lussemburghese Juncker.

Si vuole porre l’accento sui piani concreti che l’Italia riassume in sei linee di azione. Parla di crescita e competitività, auspicando che la strategia Horizon 2020 «sappia mordere davvero oltre morbidi strumenti di controllo».

 Significa sfruttare il potenziale del mercato unico, anzitutto sui servizi. Alla voce «riforme» si accenna alla possibilità si ragione su come interpretare costruttivamente i margini di flessibilità delle regole di governo dell’economia. «Bisogna finanziare la crescita in aree come energia e digitale». Uno spunto di dibattito rilancia il Fondo Ue per gli investimenti, ragionevole e difficile. Senza dimenticare i cittadini e la politica estera.

Tutto questo, con gli altri testi giunti dalle altre capitali, finirà nel documento che il presidente del Consiglio Van Rompuy presenterà giovedì al leader Ue. Le quattro pagine di bozza sono una lista della spesa, ma dovrebbero cambiare. Importante però il messaggio che chiede di rispettare i vincoli di bilancio, però apre a «un consolidamento che aiuti la crescita e sia differenziato».

La battaglia è tutta qui. Ancora cinque giorni e avremo un’idea di chi possa vincerla.

Fonte La Stampa – di Marco Zatterin

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