Embargo Russia costa all’Italia -65% esportazioni. Ma partnership Italo-Russa lavora su “etica”

Partnership Italo Russa tra Fondazione "Paolo di Tarso" e East West Investment Group lavora su svolta etica per futuro dei mercati e tutela del Diritto dell'Uomo all'accesso al Cibo Sano.

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Partnership italo-russa al lavoro per Diritto dell’Uomo all’accesso al Cibo Sano e mercati etici

a cura di FOOD-MAGAZINE.IT/

Roma – Quello dell’embargo russo è un gravissimo danno procurato all’economia agroalimentare italiana. In meno di un mese – come ha notare anche il redazionale de Il Fatto Quotidiano.it –  le esportazioni agricole hanno subito un crollo del 63% a cui si aggiunge un -12% di prodotti alimentari. L’impatto negativo delle sanzioni Ue ai danni del Cremlino è stato presentato da Coldiretti al Forum su agricoltura e alimentazione organizzato a Cernobbio. 

Il Made in Italy – continua l’approfondimento de Il Fatto Quotidiano.it – va in rosso su tutti i principali settori con un calo dell’export del 16% che corrisponde a 33 milioni di euro di fatturato: il tessile perde il 24,8%, – 50,1% i mezzi di trasporto, l’esportazione dei mobili cala del 17,8 per cento e -32,3 per cento per i prodotti farmaceutici. Ma il conto più pesante spetta all’alimentare con una perdita che potrebbe aggirarsi attorno ai 200 milioni, considerate le cifre raggiunte dall’export nel 2013. Ad incidere sulla perdita economica si aggiunge l’invasione di prodotti taroccati confezionati nella stessa Russia usando nomi che evocano il Made in Italy, il cosiddetto Italian sounding. Per fare qualche esempio nei supermercati di Mosca si possono trovare il salame “Italia” e la mozzarella “Casa Italia”, la pizza “Sono Bello Quattro formaggi” o l’insalata “Buona Italia”, ma anche la mortadella “Milano” o il “parmesan Pirpacchi” e come è facile immaginare la lista è ancora lunga.

COLDIRETTI DENUNCIA AGGRAVARSI SITUAZIONE
La Coldiretti ha denunciato la gravità della situazione che “rischia di aggravarsi con grandi investimenti annunciati per potenziare l’industria alimentare locale. La produzione di prodotti lattiero caseari è già aumentata del 20 per cento negli Urali Centrali. Ma sono previsti nuovi caseifici, come quello annunciato nella regione Sverdlovsk, con un investimento di 2 milioni di rubli per coprire fabbisogni di formaggi duri e molli, dalla mozzarella al parmigiano. Nella stessa regione è in fase di sviluppo, con nuovi grandi macelli per maiali, anche l’industria della carne e dei salumi. A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata però solo l’industria russa ma Paesi come SvizzeraBielorussia, Argentina e Brasile che intanto si fanno largo sugli scaffali russi approfittando dei vuoti lasciati dai competitor colpiti da embargo”.

IL MINISTRO MARTINA ANNUNCIA ROAD MAP
L’organizzazione dei produttori agricoli, inoltre, fa presente quali siano i rischi relativi alla scomparsa dei prodotti italiani dalla tavola russa: “Una volta perso lo spazio sugli scaffali, sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno superate e l’embargo eliminato”. Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha annunciato da Cernobbio una “road map” in cinque punti per incidere sul settore perché c’è “la necessità di fare una rapida valutazione su come innovare gli strumenti per fronteggiare le crisi di mercato, alla luce della vicenda dell’embargo russo”. Il secondo punto, precisa Martina, “è la tracciabilità e l’etichettatura degli alimenti, tema centrale per l’Italia e non solo.

IL PERCORSO ETICO DELLA RUSSA EAST-WEST INVESTMENT GRUOUP E DELLA FONDAZIONE “PAOLO DI TARSO”
Sono al lavoro da alcuni mesi e poco trapela, la East-West Investment Group di Mosca e la cattolica Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” di Roma. Forse il Governo, attesi i risultati, dovrebbe confidare di più sulle sue Fondazioni e su quanto esse, senza sponsorizzazioni statali o di grandi organizzazioni, riescono a fare di positivo per il Paese. Al punta tale da attrarre l’attenzione delle Istituzioni della federazione Russa nel settore Agroalimentare, proprio mentre l’Italia subisce il drammatico embargo.

UNA PARTNERSHIP CHE GUARDA AL FUTURO CON CONCRETEZZA
Scopo della partnership è quella di dare vita ad un’esperienza di carattere “etico” che possa vedere l’embargo come un bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto.
A parere dei Presidenti delle rispettive Istituzioni che stanno rispettando una road map con attività concrete, l’uscita da questo embargo potrà manifestare un miglioramento dei contatti tra i due Paesi sia a tutela dell’originale prodotto dell’Agroalimentare italiano, che per il mercato e i consumatori russi.
“Ai nostri amici russi – dice Fabio Gallo della Fondazione “Paolo di Tarso” – di certo non piace mangiare a tavola cibo scadente, imitato, nocivo o prodotto senza una vera tradizione alle spalle. Chi pensa ciò sottovaluta la grande cultura russa. Sanno bene che il Cibo italiano è insostituibile e non a caso il turismo russo in Italia è incentrato sulla buona e salutare tavola made in Italy. Per questo, insieme al Partner Russo stiamo lavorando su un progetto etico che sia capace di offrire alla Federazione Russa il meglio grazie ad un sistema che possa effettivamente assicurare a larga scala la veridicità del prodotto. Il cuore di questo progetto è stato già comunicato alle Autorità Russe nell’ambito di un programma culturale che ci unisce alla nota East-West Investment Group di Mosca che, come la Fondazione, intende garantire che nel futuro l’accesso al Cibo Sano possa essere tra i fondamentali Diritti dell’Uomo”.

L’idea ha trovato la sua conferma dall’interessante colloquio tra gli esperti della Fondazione “Paolo di Tarso” e quelli di Coldiretti che hanno condiviso l’esperienza della docenza presso il Master in “Dieta Mediterranea, Green Economy e Sostenibilità Ambientale” dell’UNICAL – Università della Calabria, giunto proprio in questi giorni all’inaugurazione della sua seconda edizione.
Idea condivisa dal noto Partner Russo che ha già sposato l’idea della Fondazione di aprire una Piattaforma d’informazione in Rete, esclusivamente in lingua russa, che ha lo scopo di informare preventivamente i cittadini russi sulla sana alimentazione della Dieta Mediterranea che, oltre ad essere un patrimonio UNESCO, è il modello alimentare che interpreta la “Governance Alimentare Sostenibile ” della Nazioni Unite (2010). Il Governo, di certo, potrebbe ascoltare gli esperti della Fondazione che in tal senso ha indetto l’EXPO MONDIALE DELLA DIETA MEDITERRANEA 2016 ”Diffuso e Sostenibile”, che avrà carattere Biennale. La presentazione della prima sessione dei lavori di EXPO 2016 si è tenuta giorno 9 Ottobre 2016 presso la Pontificia Università Urbaniana.

Vedi correlato: http://www.ilvaticanese.it/2014/10/diritti-umani-alla-sana-alimentazione-nasce-expo-mondiale-dieta-mediterranea

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